martedì 14 maggio 2013

Guadagniamo di più se le cose sono fatte bene



Guadagniamo di più se le cose sono fatte bene


Non c’è programma di cooperazione verso Paesi terzi che non reciti immancabilmente versetti contro la corruzione e per la trasparenza della gestione dei fondi. Dalle chiacchiere di qualche anno fa si è passati, più recentemente, anche allo sviluppo di azioni mirate e specificamente dedicate alla lotta anti-corruzione. Corsi di formazione per i funzionari dei Paesi beneficiari; indicazione di procedure cogenti di procurement (acquisti e gare); costituzione di organismi di controllo; maggiore attenzione alle fasi di monitoraggio e valutazione dei progetti.

Non bisognerebbe mai dimenticare, però, che dove c’è un corrotto c’è sempre un corruttore. Il grosso dei fondi di aiuto finalizzati ad esperire gare nei Paesi terzi beneficiari, ad esempio,  sono destinati molto spesso a Società dei Paesi donatori, qualche volta vere multinazionali dei Progetti di aiuto. Esse entrano, giustamente, in contatto preventivo con la realtà locale. Qualche volta, però, non solo per capire meglio situazione e bisogni o per scegliere alleati locali affidabili. Un vasto e articolato sistema di intermediatori facilita non sempre la giusta osmosi donatore-beneficiario. Qualche volta suggerisce anche “costi di relazione”.

Questo tipo di “facilitazioni”, questi “aiutini” , finiscono per consolidare una classe dirigente dei Paesi beneficiari dipendente da centri di potere dei Paesi donatori, in un circolo vizioso difficile da interrompere.
La corruzione, come il “rischio ambientale” ed il “conflitto”, non è cosa eliminabile per legge, ma progressivamente mitigabile, si. Per questo non bastano le azioni nei Paesi beneficiari. E’ necessaria attenzione e durezza anche tra i soggetti coinvolti nei Paesi donatori. L’Europa interviene da tempo su questi temi  con Direttive e raccomandazioni. Il giusto, irreversibile, ruolo crescente delle Delegazioni  locali richiede continui adeguamenti, in grado di fronteggiare la complessità del decentramento. Il sistema di aiuti diretti ai Bilanci dei Paesi terzi, mentre permette un passo avanti nel processo di loro autonomia e di “ownership”, non deve però significare deresponsabilizzazione dei donatori. Non deve voler dire lavarsene le mani.

Tra le molte strade che è possibile seguire per indebolire la corruzione può essere utile pensare anche a quella più banale: essere duramente, ferocemente attenti ai risultati. Sulla misurabilità del successo di un Progetto abbiamo fatto grandi passi in avanti, anche con sistemi di parametrazione e indicatori sofisticati. Che i soldi spesi garantiscano i risultati attesi! In fin dei conti, se un progetto non servisse  a niente lo spreco di risorse, “la tangente”, sarebbe del 100%!
E poi anche i politici dei Paesi beneficiari sono sempre più impegnati nel farsi rieleggere. Se sponsorizzano programmi che non aiutano la loro popolazione alla fine ci perdono. 

Si guadagna di più se le cose sono fatte bene.



Maurizio Zandri
Direttore Generale SudgestAid S.C.a.R.L.




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