Uno
scenario drammatico e le cause principali che lo determinano
La guerra civile in Siria, il conflitto in Iraq, la nascita dello «Stato Islamico», il caos libico, la normalizzazione autoritaria delle «Primavere arabe»…sono i segni di quella «guerra mondiale a pezzi» in corso proprio qui, accanto a casa nostra e già segnata da migliaia di morti.Le cause che la alimentano sono numerose: lotte di potere interno, strategie energetiche internazionali, voglia di nuovo protagonismo da parte di Potenze regionali, pericolose partite a scacchi delle Potenze planetarie…Lo scenario complesso e drammatico che ne emerge chiama a sfide nuove tutto l’Occidente e quello europeo e mediterraneo, in particolare. Obbliga ad una responsabilità di attenzione ed azione tutti noi, perché nessuno potrà e dovrà dire: «non sapevo»…
La guerra civile in Siria, il conflitto in Iraq, la nascita dello «Stato Islamico», il caos libico, la normalizzazione autoritaria delle «Primavere arabe»…sono i segni di quella «guerra mondiale a pezzi» in corso proprio qui, accanto a casa nostra e già segnata da migliaia di morti.Le cause che la alimentano sono numerose: lotte di potere interno, strategie energetiche internazionali, voglia di nuovo protagonismo da parte di Potenze regionali, pericolose partite a scacchi delle Potenze planetarie…Lo scenario complesso e drammatico che ne emerge chiama a sfide nuove tutto l’Occidente e quello europeo e mediterraneo, in particolare. Obbliga ad una responsabilità di attenzione ed azione tutti noi, perché nessuno potrà e dovrà dire: «non sapevo»…
Guerre
settarie e di religione? Scontro di civiltà?
Molti le chiamano guerre settarie e di religione, ma gruppi con identità nazionali e religiose diverse si scontrano non perché sciiti o sunniti, mussulmani o cristiani, che per secoli, negli stessi luoghi hanno convissuto pacificamente.Le differenze di credo, le appartenenze confessionali che dividono i contendenti sono, semmai sempre più usate strumentalmente per mobilitare le opinioni pubbliche e creare barriere che si vorrebbero insuperabili.Lo scontro non è tra civiltà, ma dentro le stesse civiltà, trasversalmente tra loro. I Jahidisti dell’ISIS non perseguitano tanto i Cristiani quanto i loro stessi correligionari, Sunniti compresi, in una ottica di conquista di spazi di potere e di territorio «arabo».
Molti le chiamano guerre settarie e di religione, ma gruppi con identità nazionali e religiose diverse si scontrano non perché sciiti o sunniti, mussulmani o cristiani, che per secoli, negli stessi luoghi hanno convissuto pacificamente.Le differenze di credo, le appartenenze confessionali che dividono i contendenti sono, semmai sempre più usate strumentalmente per mobilitare le opinioni pubbliche e creare barriere che si vorrebbero insuperabili.Lo scontro non è tra civiltà, ma dentro le stesse civiltà, trasversalmente tra loro. I Jahidisti dell’ISIS non perseguitano tanto i Cristiani quanto i loro stessi correligionari, Sunniti compresi, in una ottica di conquista di spazi di potere e di territorio «arabo».
Le religioni non sono una minaccia, ma una opportunità!
In questo scenario le Religioni sono semmai una grande risorsa di dialogo. Hanno alla loro radice un messaggio comune di tolleranza, quello che i promotori di guerra si sforzano di occultare.
Le Religioni, insieme a tutti gli uomini di buona volontà, possono ritessere le fila di un discorso comune; aiutare la rinascita di un fondamento condiviso di valori da salvaguardare nell’autonomia delle identità.
In questo scenario le Religioni sono semmai una grande risorsa di dialogo. Hanno alla loro radice un messaggio comune di tolleranza, quello che i promotori di guerra si sforzano di occultare.
Le Religioni, insieme a tutti gli uomini di buona volontà, possono ritessere le fila di un discorso comune; aiutare la rinascita di un fondamento condiviso di valori da salvaguardare nell’autonomia delle identità.
La vera sfida è creare sviluppo
Insieme al ruolo delle Religioni va valorizzato quello degli interessi positivi, che puntano alla stabilità dell’area per creare sviluppo.Nel Mediterraneo e nel vicino Oriente convivono, a pochi km di distanza, la 14° nazione nel Ranking ONU degli indici di sviluppo umano con la 114°. A meno di due ore di volo, c’è chi guadagna in media 34.000 dollari l’anno e chi 4.500.
Queste drammatiche differenze sono alla base delle migrazioni inarrestabili, delle «primavere» che non tarderanno a riproporsi, dei conflitti sociali più drammatici.
Un nuovo processo di sviluppo dell’area è il cuore degli interessi politici ed economici dell’Europa. Deve essere al centro del sogno di futuro dell’Italia
Insieme al ruolo delle Religioni va valorizzato quello degli interessi positivi, che puntano alla stabilità dell’area per creare sviluppo.Nel Mediterraneo e nel vicino Oriente convivono, a pochi km di distanza, la 14° nazione nel Ranking ONU degli indici di sviluppo umano con la 114°. A meno di due ore di volo, c’è chi guadagna in media 34.000 dollari l’anno e chi 4.500.
Queste drammatiche differenze sono alla base delle migrazioni inarrestabili, delle «primavere» che non tarderanno a riproporsi, dei conflitti sociali più drammatici.
Un nuovo processo di sviluppo dell’area è il cuore degli interessi politici ed economici dell’Europa. Deve essere al centro del sogno di futuro dell’Italia
Direttore Generale Sudgestaid |
Maurizio
Zandri
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